21 Agosto 1928 - 19 Luglio 1995
Infanzia e adolescenza
Gianfrancesco, detto Gianni, Bertola nato a Sossano, il 21 agosto 1928, in via San Teobaldo era il primogenito di 5 figli.
Il padre Corrado era uno scalpellino, mentre la madre Maria Dal Toso, nata a Villaga, era una abile sarta che, già quand’era adolescente, si spostava in bicicletta presso le famiglie della zona per ritirare abiti da rattoppare, pantaloni da allungare, tessuti da rammendare, per poi riconsegnarli sistemati al meglio. Vendeva anche qualche scampolo che si procurava, con faticose trasferte in bicicletta, alla Marzotto di Valdagno.
Quando il primogenito Gianni ebbe l’età per accompagnarla, talvolta tra madre e figlio si improvvisavano allegre sfide spingendo sui pedali, con Maria che si fingeva Gino Bartali e l’altro che impersonava Fausto Coppi. Così riuscivano ad allentare la tensione accumulata durante i frequenti posti di blocco. Si era infatti negli ultimi mesi della Seconda Guerra mondiale, nel bel mezzo della guerra civile, e il viaggio verso Valdagno era pieno di insidie, rallentato dalle perquisizioni dei fascisti alla caccia di spie e di portaordini partigiani.
Nel frattempo cresceva in Gianni la passione per il ciclismo e già dal 1945 al 1948 alla domenica gareggiava in molte gare regionali organizzate dalla Federazione Ciclistica Italiana per esordienti e juniores. Durante la settimana però Gianni era sempre al lavoro, a fianco della madre e di Leonardo, il fratello più giovane, girando con un banchetto di ambulanti i mercati settimanali della zona. La merce esposta dai Bertola era la più conveniente e meglio assortita, il loro banco era il più frequentato dai compratori. Merito anche dell’intraprendenza del giovane Gianni che iniziò a recarsi a Valdagno alla guida di un sidecar abbandonato in paese dalle truppe tedesche in ritirata, con la madre seduta di traverso sul sellino posteriore. Rientravano dalla Marzotto carichi di tessuti di prima scelta, pagati poco, perché la fabbrica aveva subito pesanti bombardamenti e la merce era esposta alle intemperie.
Il padre Corrado era uno scalpellino, mentre la madre Maria Dal Toso, nata a Villaga, era una abile sarta che, già quand’era adolescente, si spostava in bicicletta presso le famiglie della zona per ritirare abiti da rattoppare, pantaloni da allungare, tessuti da rammendare, per poi riconsegnarli sistemati al meglio. Vendeva anche qualche scampolo che si procurava, con faticose trasferte in bicicletta, alla Marzotto di Valdagno.
Quando il primogenito Gianni ebbe l’età per accompagnarla, talvolta tra madre e figlio si improvvisavano allegre sfide spingendo sui pedali, con Maria che si fingeva Gino Bartali e l’altro che impersonava Fausto Coppi. Così riuscivano ad allentare la tensione accumulata durante i frequenti posti di blocco. Si era infatti negli ultimi mesi della Seconda Guerra mondiale, nel bel mezzo della guerra civile, e il viaggio verso Valdagno era pieno di insidie, rallentato dalle perquisizioni dei fascisti alla caccia di spie e di portaordini partigiani.
Nel frattempo cresceva in Gianni la passione per il ciclismo e già dal 1945 al 1948 alla domenica gareggiava in molte gare regionali organizzate dalla Federazione Ciclistica Italiana per esordienti e juniores. Durante la settimana però Gianni era sempre al lavoro, a fianco della madre e di Leonardo, il fratello più giovane, girando con un banchetto di ambulanti i mercati settimanali della zona. La merce esposta dai Bertola era la più conveniente e meglio assortita, il loro banco era il più frequentato dai compratori. Merito anche dell’intraprendenza del giovane Gianni che iniziò a recarsi a Valdagno alla guida di un sidecar abbandonato in paese dalle truppe tedesche in ritirata, con la madre seduta di traverso sul sellino posteriore. Rientravano dalla Marzotto carichi di tessuti di prima scelta, pagati poco, perché la fabbrica aveva subito pesanti bombardamenti e la merce era esposta alle intemperie.
Il successo aziendale e il suo mecenatismo
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Nasceva così la loro fortuna economica, con Gianni che nel frattempo aveva preso in mano le redini della piccola ditta familiare. Fu sua l’audace e azzeccata idea quando, nel 1956, fu deciso l’acquisto di un grande edificio in via Rio a Sossano che, opportunamente ampliato, divenne sede del più grande emporio di tessuti dell’area berica. La clientela arrivava da ogni parte del Veneto centrale, e dopo l’apertura della Bercotex, nel 1975, anche da Bolzano da dove periodicamente giungevano pullman di altoatesini.
Gianni era divenuto un uomo ricco, tra i più facoltosi della zona, fedele al suo credo politico. Convinto socialdemocratico, il partito al quale aveva aderito, era già predestinato alla sconfitta elettorale negli anni in cui la Democrazia Cristiana faceva man bassa di voti, ma Gianni non demordeva. Fu per una decina d’anni consigliere comunale di minoranza a Sossano. La voce grossa e potente, resa più rauca dalle innumerevoli sigarette fumate, sapeva modularsi in un sferzata tonante o in una dolce melodia a seconda delle circostanze, ma sempre trasmetteva un senso di autorità. Amava la vita di paese, restare tra la sua gente, agendo con una generosità mai ostentata, favorendo e sostenendo finanziariamente tutte le iniziative sportive e culturali che venivano a lui proposte. |
Il mensile il Basso Vicentino, sorto a Sossano nel 1978, non avrebbe avuto lunga vita se lui non lo avesse sponsorizzato negli anni iniziali, i più critici. Ma furono soprattutto le società sportive a beneficiare della sua protezione e sostegno.
Lui, che in vita sua non aveva mai tirato un calcio a un pallone, fu coinvolto nel progetto di rinascita dell’A.C. Sossano Calcio che tanto stava a cuore agli amici del paese. Cosicché per molti anni e a più riprese, si ritrovò eletto presidente, ruolo che lui svolse sempre con l’entusiasmo e con un impegno finanziario ben superiore a quello sostenuto da tanti presidenti di squadre più blasonate di categoria superiore.
L’eccezionalità di Gianni Bertola era la sua straordinaria capacità di trasmettere fiducia e di coinvolgere, sia nelle sue aziende che nel mondo dello sport, le persone che gli stavano a fianco. Anche atleti di ogni età, di diverse discipline hanno trovato in lui l’incoraggiamento e il sostegno economico indispensabile per raggiungere i propri obiettivi. Sponsorizzò giovani campioni dello speedway di Lonigo, il calcio femminile del Lanerossi Vicenza, squadra che militava in serie B, di cui fu per due anni il presidente, le squadre di pallamano e di pallacanestro di Noventa, la pallavolo di Pojana, persino il gruppo bocciofilo di Lonigo.
Ma fu soprattutto Sossano a beneficiare della sua magnanimità, ricevendo in dono l’impianto di illuminazione del campo sportivo, il sostegno per la creazione del velodromo e la creazione del gruppo ciclistico della Bercotex, che diede l’opportunità a tante squadre anche giovanili di affrontare le spese di gestione. Mai niente in lui è stato ostentato sebbene ciò avrebbe potuto essere giustificato.
Lui, che in vita sua non aveva mai tirato un calcio a un pallone, fu coinvolto nel progetto di rinascita dell’A.C. Sossano Calcio che tanto stava a cuore agli amici del paese. Cosicché per molti anni e a più riprese, si ritrovò eletto presidente, ruolo che lui svolse sempre con l’entusiasmo e con un impegno finanziario ben superiore a quello sostenuto da tanti presidenti di squadre più blasonate di categoria superiore.
L’eccezionalità di Gianni Bertola era la sua straordinaria capacità di trasmettere fiducia e di coinvolgere, sia nelle sue aziende che nel mondo dello sport, le persone che gli stavano a fianco. Anche atleti di ogni età, di diverse discipline hanno trovato in lui l’incoraggiamento e il sostegno economico indispensabile per raggiungere i propri obiettivi. Sponsorizzò giovani campioni dello speedway di Lonigo, il calcio femminile del Lanerossi Vicenza, squadra che militava in serie B, di cui fu per due anni il presidente, le squadre di pallamano e di pallacanestro di Noventa, la pallavolo di Pojana, persino il gruppo bocciofilo di Lonigo.
Ma fu soprattutto Sossano a beneficiare della sua magnanimità, ricevendo in dono l’impianto di illuminazione del campo sportivo, il sostegno per la creazione del velodromo e la creazione del gruppo ciclistico della Bercotex, che diede l’opportunità a tante squadre anche giovanili di affrontare le spese di gestione. Mai niente in lui è stato ostentato sebbene ciò avrebbe potuto essere giustificato.
Gianni Bertola ci ha lasciati il 19 luglio 1995.
Il Comitato Provinciale del C.O.N.I. il 26 aprile 1978 aveva conferito a Gianni Bertola l’attestato di benemerito dello sport, mentre i rinnovati impianti sportivi di Sossano gli furono intitolati il 12 settembre 2009.
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Il Comitato Provinciale del C.O.N.I. il 26 aprile 1978 aveva conferito a Gianni Bertola l’attestato di benemerito dello sport, mentre i rinnovati impianti sportivi di Sossano gli furono intitolati il 12 settembre 2009.
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