15 Marzo 1901 - 18 Dicembre 1967
La vita del sossanese Saverio Bertelli, nato e cresciuto in via Quel di Veglio, oggi via Marconi, rivela degli aspetti sorprendenti.
Giunto dopo il 1936 in Etiopia, da qualche mese una colonia italiana, Saverio (all’anagrafe Severo) non trovò di meglio che spacciarsi per veterinario, pur non avendo fatto alcun studio oltre la terza elementare. L’inganno durò per anni, anche perché ebbe modo di dedicarsi completamente alla zootecnia in terra africana, godendo della fiducia dei nativi, ma anche degli altri veterinari che già si trovavano in Etiopia con impegnativi incarichi di incremento del patrimonio bovino. Saverio durante la Seconda Guerra Mondiale continuò a svolgere il suo lavoro e neppure gli inglesi, che avevano occupato tutte le ex colonie italiane, e che amavano in modo smisurato i loro cavalli, vollero privarsi della sua competenza. Tant’è che Saverio, nel 1949, si fece raggiungere a Kismayo, in Somalia, dalla moglie Regina Fridegotto. L’Italia aveva perduto con la guerra il possedimento somalo ma, per conto dell’ONU, aveva avuto l’assegnazione dell’Amministrazione fiduciaria, dal 1950 fino al 1960. Solo a partire da questa data inizia la storia della Somalia come Stato sovrano e allora anche gli ultimi italiani, che temevano per la loro vita, preferirono andarsene. |
Rientrò in patria anche Saverio, che sempre aveva sostenuto il ruolo, mai scoperto, di veterinario, con la moglie Regina. Trascorsero in paese gli ultimi anni della loro vita e morirono a Sossano alla fine degli anni Sessanta.